24 settembre 1995 h. 5.25
Caro Riccardo, [...]
Tu sei prezioso, e quando ti guardo e ti vedo così bello, vispo, simpatico, penso che non c’è sofferenza al mondo che non valga la pena sopportare per un figlio.
DECALOGO DELL’AMICIZIA
Accettare (anche i difetti)
rispettare (momenti di crisi)
saper ascoltare ed essere discreto
condividere (gioie e dolori)
essere capace di dare e di ricevere
essere fedele e paziente
essere sincero
essere comprensivo, incoraggiante, acuto
non essere invidioso
non pretendere di esistere solo tu
[…]Devo cioè imparare a vivere tenendo presente il più grande maestro di vita: GESU’. Nell’amore e non nella discordia, portando la mia croce con gioia nella sofferenza accettando la volontà di Dio e i compagni così come sono.
(1984)
[…] Vorrei che la tua Parola fosse il mio unico sostegno, la mia unica richiesta, la mia sola gioia, il mio unico impulso, il mio unico conforto. “Se cerco Te tutto il resto mi sarà dato in più”
(Marzo 1985)
Signore, indicami la strada: non importa se mi vuoi mamma o suora, ciò che importa realmente è che faccia solo e sempre la Tua volontà. Fammi pure soffrire, perché è nella sofferenza che incontro Te, la salvezza.
(Dicembre 1985)
ECCOMI, Signore! Ecco il mio corpo, il mio cuore, la mia anima. Concedimi di essere tanto grande da raggiungere il mondo, tanto forte da poterlo portare. In questo momento ti ripeto il mio SI: lentamente, umilmente, ma con sempre tanta gioia. Si, Eccomi!(1986)
“Sofferenza”: una parola che nessuno vorrebbe sperimentare.
Eppure Tu, Signore, hai voluto che io provassi minimamente ciò che hai provato Tu quando noi uomini ti abbiamo ucciso.
Grazie perché ho finalmente capito
quanto Tu mi ami profondamente
trattandomi da amica prediletta.
(16 febbraio 1988)
Caro Carlo,
ho ricevuto tue notizie, ma solo ora trovo il tempo e il momento giusto per scriverti, approfittando di questa gioiosa atmosfera natalizia… Come stai? (…) Nella mia camera ho un piccolo poster in cui c’è scritto: “La gioia è preghiera, la gioia è fortezza, la gioia è amore!”. È il mio motto: “Fare tutto con gioia!”, anche se a volte mi costa molto, specialmente quando ho il morale a terra o quando… “ti sembra che tutte le cose siano contro di te…” come dici tu, nella tua bellissima lettera. Ma, come dopo il buio viene la luce, così, dopo lo sconforto, riscopri la gioia.(…)
(Natale 1985)
Carissimo Carlo,
come stai? Come hai trascorso la Pasqua? Ti ringrazio per le tue stupende lettere che mi rendono davvero felice: io ho avuto parecchi amici (ragazzi), ma con loro sono riuscita solo a scherzare, come si fa di solito in compagnia, mentre con te si può parlare seriamente. E’ bello sapere che anche se sono lontana da te, tu mi sei amico! (…) Noi cristiani abbiamo il dovere di “distinguerci” dagli altri perché tutto per noi, e quindi anche la nostra amicizia, ha come unico fine Cristo. Io voglio voler bene a una persona, esserle amica, non perché è più bella di un’altra, o più simpatica, ma perché in lei vedo Lui!(..)
(Aprile 1986)
Carissimo Carlo,
queste sono le più belle parole che tu mi potessi dire. E proprio perché tu ti fidi di me, ti rispondo piena di gioia per dimostrarti che anche io ho fiducia in te. Sei davvero un ragazzo straordinario: sai dire cose così grandi in modo così semplice e bello che ho quasi vergogna a risponderti perché le mie parole non saranno sicuramente profonde quanto le tue. (…) Sono contenta che tu mi abbia scritto questo perché anch’io penso che l’amore di due persone non avrebbe senso se non si aprisse agli altri. Anche per me non è facile amare, perché l’amore richiede pazienza, umiltà, esclude l’egoismo e l’orgoglio, ma penso che anche solo la volontà di superarsi sia amore.
(3 luglio 1986)
Mio carissimo Carlo,
in questo momento d’adorazione non posso non pensare a te, ed è per questo che ho pensato di scriverti. Voglio condividere con te anche questi momenti di silenzio, di preghiera, di gioia e di pace vera. Non so se hai mai provato a sacrificare un po’ del tuo sonno per donare un po’ del tuo sacrificio a una persona infinitamente grande anche se umilmente ha voluto prendere le sembianze di “un pezzo di pane”. In questo momento provo una gioia così grande che nessuno potrebbe capirmi: condividere con lui pochi istanti sapendo che Lui è il solo a comprendere fino in fondo, a conoscermi perfettamente, ad amarmi più di ogni altro. Vorrei che questi momenti non passassero mai, sono troppo importanti per me: mi rendo conto che niente di ciò che faccio, che penso ha senso se non ho come meta Lui!(…) solo un anno fa pensavo che l’unico modo per spendere bene la vita era di donarla totalmente nelle mani di Colui che per primo ce l’ha donata. Ora sono della stessa opinione, anche se sono convinta che la mia vita può essere tutta per Dio anche in una famiglia: “L’amore tra l’uomo e la donna è il segno privilegiato dell’amore di Dio per l’uomo”.
(23 dicembre 1986)
Mio carissimo Carlo,
(…) giorno dopo giorno mi accorgo di volerti sempre più bene, sei così importante che in ogni cosa che faccio non posso non pensarti, ho paura di una cosa: di chiudermi in me stessa, di staccarmi dagli altri, di pensare solo a te e con te chiudermi in un “guscio” lontano da tutto e da tutti.(…) Sbagli a dire che allontanandoti da me perderesti tutto, la tua meta non sono io! Ciò che ti da la forza per affrontare ogni situazione, ricordatelo bene, non sono io! Io non sono la tua vita! Tu puoi continuare a vivere senza di me! (…) ricordati che siamo soltanto compagni di cammino e non uno meta dell’altro: “Amarsi non è guardarsi l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione”.
(11 gennaio 1987)
Mio carissimo Carlo,
(…) è veramente l’amore che fa girare il mondo! E io con il mio amare te e questo grande dono che è la vita contribuisco, nel mio piccolo, a far andare il mondo meglio…Non ti pare straordinario? Se non ci fossimo tu ed io che ci amiamo, al mondo mancherebbe quel qualcosa che nessun altro al posto nostro potrebbe dare.
(19 settembre 1987)
Carissimo amore mio,
(…) è stupenda la vita, Carlo, non ti sembra? E’ bello svegliarsi e vedere che ci è donato tutto: dal sole che illumina, al sorriso dei genitori, dall’acqua all’aria; che fortuna che abbiamo! Bisognerebbe ringraziare per ognuna di queste cose che però passano così inosservate.(…) Mi sono resa conto che tutto è dono, anche una malattia, perché se vissuta nel modo migliore può aiutare veramente a crescere.(..) Noi siamo l’immagine dell’amore più grande che è Dio! E saremo buoni coniugi e genitori se avremo sempre dinanzi la croce come segnale da seguire e regola da vivere. Penso che siamo già su questa strada, e ne sono felice, anche perché so che tu sei d’accordo con me nel costruire una famiglia unica, diversa dalle altre, la nostra, anche se deve nascere dal sacrificio…(…)
(14 gennaio 1988)
Caro Carlo,
ti scrivo per dirti che stasera ho capito una cosa grandiosa, una cosa che voglio condividere con te, affinché sia la base della nostra vita. Tu ed io, cristiani, siamo chiamati alla “perfezione” che significa somiglianza sempre più profonda a Cristo, il Santo e il Perfetto per eccellenza. Il nostro sforzo a raggiungere la perfezione del Vangelo dev’essere continuo, convinto e profondo. Ma concretamente in cosa consiste questo sforzo?(…) Io divento santa nella misura in cui mi svuoto di tutto, rimuovo dalla mente, dal cuore e dalla vita ogni impedimento per farmi penetrare completamente dall’amore di Dio. Più concretamente, significa vivere con molta semplicità la vita di ogni giorno, nella famiglia, nello studio, nel rapporto con te, Carlo. Il mio posto è nel semplice e “nell’abitudinario”.
(20 marzo 1990)
Siamo arrivati!
Carissimo amore mio, da oggi intraprendiamo un cammino ancora più stupendo, sebbene con le sue difficoltà, di quello percorso finora. Da oggi sono tua moglie e tu mio marito: non è magnifico? Preghiamo, Carlo, perché questo nostro amore sia davvero straordinario ora e sempre.(…) Oggi, che forse è il giorno più bello della nostra vita, sigilliamo l’amore che è stato da tempo nei nostri cuori e che noi abbiamo coltivato non per volere nostro, ma Suo. RingraziamoLo insieme questa sera prima di unirci definitivamente e totalmente.
(2 febbraio 1991)
Lascia che sia io a scriverti questa prima letterina per la festa del papà, visto che forse ne ho un po’ diritto. Auguri amore mio! Perché col tuo essere papà mi hai fatto diventare mamma. Che parole stupende: “papà, mamma”, che gioia quando il nostro ………………. le pronuncerà per la prima volta.
(19 marzo 1992)
Se è vero che “ogni fiore nasconde” centinaia di parole “ecco il mio fiore”: ha un petalo rosso, segno dell’amore grande che ci unisce; un petalo rosa, la tenerezza che mi dimostri; un petalo azzurro, il colore dei tuoi occhi stupendi che mi guardano, mi fanno sentire la pienezza del tuo amore! Un petalo marrone: anche le difficoltà e i problemi fanno parte della nostra vita! Un petalo blu: la forza che ci unisce ci fa vincere insieme ogni avversità. Il nostro fiore ha un gambo verde, peno di foglie: SPERO in un avvenire rigoglioso con te! E infine circondato da tanta FEDE, la luce che ci unisce e la CARITA’ (= Amore più grande) che viene da Dio!
(senza data)
Tanti auguri, amore mio,
per i tuoi 29 anni…Io so qual è il regalo che tu vorresti, ma non posso dartelo, però posso regalarti tutta la mia volontà e fiducia di guarire, per restare con te ancora tanto tempo, sempre se il Signore lo vorrà.
(27 aprile 1995)
Carissima Sr Annarosa,
come vede ogni tanto mi viene voglia di scriverle perché la sento vicina anche se non ci vediamo mai. Soprattutto sento il bisogno di comunicarle i miei pensieri, le sensazioni che in questo periodo, non facile della mia vita, vivono in me. Nonostante la salute sia precaria (sto facendo la chemioterapia e penso che dovrò continuarla perché non tutto si è riassorbito) SONO FELICE! (…) mi vergogni di chiedere al Signore qualsiasi altra cosa, per noi il miracolo c’è già: se Lui ci ama e noi ci amiamo, nient’altro conta. Tutto il resto viene in più, compreso i nostri figli: Lui che è provvidenza, sa quanto li amiamo e se ne fa carico. Sembrerebbe strano, ma anche nel nostro piccolo, a modo nostro, stiamo vivendo quelle parole che mi hanno sempre affascinata: “Dio solo!”.
(1 giugno 1995)
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